giovedì 25 dicembre 2025

SPIRITUALITÀ: REALTÀ O FUGA DALLA REALTÀ?

 


Fin dai tempi antichi, l’uomo ha cercato risposte sul senso del cosmo e della vita. La spiritualità è stata uno dei mezzi principali per tentare di comprendere ciò che sembra oltre la nostra esperienza ordinaria: la coscienza, l’infinito, il tempo, l’essere stesso. Ma la spiritualità è davvero una via verso la realtà, o piuttosto una fuga da essa?

Il cosmo come luogo o come coscienza?

La fisica classica, la fisica “meccanica” di Newton, ci ha abituati a immaginare un universo ordinato, fatto di oggetti e spazi definiti, governati da leggi immutabili. In questo modello, tutto è misurabile, prevedibile, localizzato. Ma con l’avvento della fisica quantistica, tutto cambia: l’atomo non è più una struttura fissa, ma una nube di probabilità; la realtà diventa interconnessa, soggetta all’osservazione, alla coscienza, al contesto.

Qui entra in gioco il pensiero di autori come Fritjof Capra in Il Tao della fisica, che mette in parallelo le intuizioni delle antiche dottrine orientali e le scoperte della fisica moderna. Il cosmo, in questo senso, non è un “luogo” in senso fisico: non ha confini definiti, non è semplicemente spazio-tempo, ma potrebbe essere più simile a una coscienza, un campo interconnesso di energia e informazioni.

Se il cosmo non è un luogo, ma una coscienza, allora la nostra percezione di separazione, di oggetti distinti, potrebbe essere solo un’illusione. Ciò che chiamiamo materia sarebbe una manifestazione di energie sottili, come suggeriscono molte tradizioni spirituali, e la fisica quantistica sembrerebbe confermarlo, almeno in termini di correlazioni, entanglement e non-località.

La spiritualità come realtà, il materialismo come illusione?

Se il mondo “materiale” è davvero una manifestazione della coscienza, allora il materialismo potrebbe essere solo una riduzione apparente della realtà, una semplificazione utile ma limitante. La spiritualità, al contrario, potrebbe fornire strumenti per percepire la trama sottostante, la rete invisibile di energia e coscienza che regge l’universo.

Non è detto che sia facile accettare questa idea: l’evidenza empirica ci spinge a pensare in termini di oggetti e cause, di azioni e reazioni. Ma forse, come suggerisce Capra e come indicano molte dottrine antiche, è proprio la nostra mente limitata a costruire l’illusione della separazione.

La spiritualità, in questo contesto, non sarebbe una fuga dalla realtà, ma una chiave per comprenderla. Un invito a espandere la percezione, ad andare oltre ciò che possiamo misurare, a esplorare la natura profonda dell’universo e della coscienza.

Materia: Mater - madre

Un’ipotesi affascinante riguarda lo scopo stesso di questa realtà materiale: e se fossimo inseriti deliberatamente in un mondo “illusorio”, in apparenza limitato, proprio per esercitare il nostro discernimento e la nostra consapevolezza? La parola “materia” richiama la radice di mater, madre, e suggerisce un paragone: come il feto attende il momento della nascita, così potremmo trovarci in un “mondo chiuso” delimitato e "separato" che aspetta la nostra rinascita cosciente. Se una qualche intelligenza superiore stesse osservando e attendendo che ce ne accorgiamo, allora il gioco stesso della realtà acquisirebbe un senso evolutivo. Le zone d’ombra, le contraddizioni, le apparenti incongruenze della materia e della vita, se integrate con concetti di coscienza e spiritualità, potrebbero rivelare un filo logico nascosto, un percorso di crescita e scoperta. In altre parole, ciò che chiamiamo realtà non offrirebbe solo risposte, ma una sfida evolutiva, un invito a percepire e a trasformare la nostra esperienza, passo dopo passo, fino a riconoscere la profondità che si cela dietro l’apparente illusione.

Conclusione

Forse è il momento di chiedersi se il confine tra “realtà” e “illusione” non sia più sottile di quanto immaginiamo. Forse il materialismo estremo ci impedisce di vedere ciò che è fondamentale. Forse, guardando la fisica quantistica e ascoltando le intuizioni spirituali, possiamo cominciare a pensare a un cosmo che è insieme realtà e coscienza, materia e energia, visibile e invisibile.

In questo senso, spiritualità e scienza non sarebbero nemiche, ma due linguaggi diversi per descrivere la stessa esperienza fondamentale: l’essere nel cosmo.

Nei miei saggi IL MONDO IN CUI VIVIAMO  e  GENESI INVERSA, ma anche nei romanzi, avanzo questa visione integrandola con ipotesi molto dilatate sugli scopi e gli intenti di CHI potrebbero essere i nostri creatori.

Davide Ragozzini per Maestro Silenzio Edizioni

Nessun commento:

Posta un commento

SPIRITUALITÀ: REALTÀ O FUGA DALLA REALTÀ?

  Fin dai tempi antichi, l’uomo ha cercato risposte sul senso del cosmo e della vita. La spiritualità è stata uno dei mezzi principali per t...