martedì 8 luglio 2025

Supercar: L’Intelligenza Artificiale già negli anni '80

 


Negli anni ’80, mentre il mondo si affacciava appena all’era digitale, una serie TV americana immaginava un futuro in cui una macchina intelligente poteva ragionare, parlare e combattere il crimine al fianco di un uomo. Era il 1982, e Supercar (Knight Rider in originale) lanciava sul piccolo schermo una visione che oggi definiremmo profetica.

KITT: un’intelligenza artificiale prima del tempo

Al centro della serie c’era KITT (Knight Industries Two Thousand), un’auto dotata di una sofisticatissima intelligenza artificiale, capace di guidarsi da sola, analizzare ambienti, apprendere e perfino esprimere emozioni sottili. Accanto a lei, Michael Knight, interpretato da David Hasselhoff, ex poliziotto dal cuore d’oro e giubbotto di pelle.

KITT era dotata di un cruscotto futuristico, schermi digitali, comandi vocali e un tono ironico che spesso stemperava la tensione. «Michael, ti ricordo che non sono programmata per eseguire ordini stupidi», diceva a volte con fare seccato. Ma era anche pronta a sacrificarsi per proteggere vite umane, mostrando un’etica integrata che molti sistemi odierni ancora non possiedono.

Supercar e l’IA di oggi: una visione anticipata

Oggi, con l’arrivo di auto a guida autonoma, assistenti vocali come Alexa e ChatGPT, e sistemi capaci di apprendere e decidere in autonomia, ci rendiamo conto che KITT non era così lontana dalla realtà. Anzi, sotto certi aspetti, la serie aveva immaginato un’IA più evoluta emotivamente di quella attuale.

La capacità di KITT di distinguere tra bene e male, di riconoscere emozioni umane, di sviluppare legami affettivi — pur restando una macchina — resta un obiettivo ancora lontano per le IA contemporanee.

La fantascienza come specchio del reale

Non è un caso isolato. La storia della fantascienza è piena di opere che hanno anticipato il futuro: da HAL 9000 in 2001: Odissea nello spazio al riconoscimento facciale di Minority Report, fino agli algoritmi predittivi di Person of Interest. Tutti esempi di come la narrazione cinematografica possa fungere da laboratorio visionario per il progresso tecnologico.

Secondo l'autore di fantascienza Arthur C. Clarke:

"Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia."
Nel caso di Supercar, questa magia sembrava essere una tecnologia già scritta nel destino.

Coincidenze o rivelazioni?

Ed è proprio qui che il discorso si fa provocatorio: e se non fosse solo immaginazione? Se alcune di queste visioni — come KITT — non fossero solo frutto di creatività, ma anticipazioni di tecnologie già esistenti, magari in ambiti riservati, militari o industriali?

La somiglianza tra finzione e realtà è, a volte, troppo precisa per essere casuale. Forse, come diceva un altro grande autore, Philip K. Dick:

“La fantascienza non è mai una previsione: è una rivelazione.”

Supercar ci ha mostrato un’IA collaborativa, leale e perfino empatica. Oggi, nel pieno dibattito sull’etica dell’intelligenza artificiale, quel modello — nato nella TV pop degli anni ’80 — potrebbe tornare a insegnarci qualcosa. Magari, la vera domanda non è se KITT possa esistere, ma se esiste già… e non ce lo stanno dicendo.


2 commenti:

  1. Basta avere una persona nel giusto ambiente ( militare di solito)che ti informa e un regista / sceneggiatore ha la trama su cui lavorate , per non parlare di chi invece viene contattato già con una trama da sviluppare in modo.fa abituarci piano piano a ciò.che hanno in cantiere realmente

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